Giornalologia Medica : la sfida dell’online

R. Bassi
Legnago (Verona)
       

Monica Lewinsky rischia di essere ricordata non solo come la stagista che ha flirtato con il presidente americano Clinton, ma per avere in qualche modo innescato un vero terremoto nell’editoria medico scientifica, destabilizzata dopo periodi di florido sviluppo, dalla comparsa di supporti elettronici e da Internet.

All’inizio del ‘99 il Dr. George Lundberg direttore della rivista medica dell’American Medical Association ( la più letta nel mondo) è licenziato per aver pubblicato su JAMA (www.jama.ama-assn.org/ ), seguendo una corsia preferenziale (la cosidetta fast track) una inchiesta sugli studenti americani che per la maggior parte non consideravano veri rapporti sessuali quelli intercorsi tra Clinton e la Lewinsky: era sospetta la valenza politica pro-presidente dell’articolo.

Neanche un anno dopo l’apprezzato direttore della rivista clinica più autorevole, il New England Journal of Medicine (www.nejm.com), Jerome Kassirer, viene sollevato dall’incarico per divergenze con la società editoriale che vuole utilizzare il nome della rivista per lanciare altri prodotti editoriali eterogenei.

Lo scontro tra i direttori e le società proprietarie, nate senza scopi di lucro, e cioè l’American Medical Association    (http://www.ama-assn.org/ )  e la Massachussett Medical Society (http://www.massmed.org/ ), nasconde in realtà il disagio degli editori che reagiscono nervosamente   alla crisi in atto nel settore, in gran parte legata dalle pubblicazioni elettroniche (ovvero online) che potrebbero limitare grandemente il commercio e i guadagni delle classiche produzioni  cartacee; l’elettronico è più economico  e potrebbe essere distribuito gratuitamente specie se si hanno introiti  dalla pubblicità sulle pagine web.

Tutto ciò è sottolineato proprio dall’immediato  reclutamento di Lundberg a direttore di uno degli website medici più apprezzati, Medscape (www.medscape.com) che ambisce a diventare la fonte di aggiornamento principale online per tutti i medici. 

Medscape, una e-impresa a forte componente commerciale, oltre a visitatori occasionali vanta più due milioni e mezzo  di utenti registrati da tutto il mondo che accedono gratuitamente alle pagine di General Medicine e alle decine di sezioni specialistiche che contengono le novità del settore, revisioni, link e soprattutto un buon numero di articoli originali, scritti espressamente per il nuovo medium. Le pagine sono molto accattivanti, sfruttano tutto il potenziale della multimedialità di Internet, contengono anche delle riviste di settore autorevoli, banche dati di immagini; ove non presenti, puntano con link a tutte le risorse necessarie al medico, dalla farmacologica, ai congressi del settore, dalle linee guida ai casi clinici: insomma un centro completo di informazione e formazione medica.

Medscape si vanta poi pubblicare  due delle undici riviste esclusivamente elettroniche indicizzate dal Medline e di poter fornire una veloce (44 giorni complessivi) e agevole pubblicazione (con peer review online) di ogni contributo scientifico in contrasto con il processo molto lento e non sempre trasparente della letteratura cartacea. La presenza di banner pubblicitari e suggerimenti commerciali sono abbastanza limitati e questo può spiegare perché la società sia ancora in passivo, (come del resto è la regola negli website medici e non).

In questo momento infatti le iniziative su Internet pur azzeccate non pagano, ma gli investitori tra cui non mancano certo i vecchi e nuovi gruppi editoriali, vogliono essere assolutamente presenti online (che oramai rappresenta un must).

Le scelte (e le spese) per il medico che intende utilizzare Internet per l’aggiornamento professionale referenziato e per chi deve gestire il budget di una biblioteca medica sono diventate difficili : gli abbonamenti a materiale didattico e alle riviste in formato elettronico cambiano quasi giornalmente con offerte a ripetizione di periodi di gratuità, pacchetti di abbonamenti cartaceo-elettronico scontati, servizi aggiuntivi nell’edizione online.

Il paladino delle “moderne” scelte editoriali è sicuramente il British Medical Journal (www.bmj.com) che già dal ‘95 ha liberalizzato l’accesso al proprio website con l’edizione integrale del giornale sia per il numero corrente che per gli archivi. Proprio il BMJ, seguito presto dal Southern Medical Journal (www.sma.org/smj/index.htm ) ha pubblicato (ed ha fatto suo) all’inizio del ‘95 un articolo storico di La Porte, un epidemiologo di Pittsburg, dal titolo : “la morte dei giornali biomedici”, iniziando per primo in medicina a colonizzare la rete.

Agli albori di Internet si preconizzava una realtà che per la verità si sta affermando molto lentamente e solo in parte: i giornali medici cartacei spariranno e saranno sostituiti da una rete grandiosa di articoli e giornali online completamente interconnessi .

Raccogliendo con decisione la sfida dell’elettronico, il BMJ ha favorito la pubblicazione di lavori che trattano della cybermedicina, dell’impatto delle reti,  delle nuove tecnologie in Medicina, della rivoluzione di Internet (anche nei processi di peer review) proponendo nuovi scenari per l’editoria e l’aggiornamento  medico.

Il tutto nell’ambizione  di differenziare a valore aggiunto l’edizione online rispetto a quella cartacea, che viene ridotta a tabloid con un piglio giornalistico, abbreviazione del lavori, sintesi e commenti.

Poichè la maggior parte degli articoli sono scritti da ricercatori ma letti da clinici, l’edizione online,  cui il cartaceo rimanda,  contiene tutte le parte dei lavori meno interessanti cioè metodiche e materiali, la pubblicazione di tutte le lettere di commento ai vari lavori, compresi interventi dei pazienti e uno spazio senza limitazione per i preprint; si tenta  in questo modo di sfuttare a pieno tutto il potenziale delle nuove tecnologie a costo di rompere con sistemi a lungo collaudati.

Accanto alla sezione di Information Technology e WWW in medicina, l’inglese BMJ, contrastando felicemente lo strapotere americano, ha varato una interessante sezione-collezione di “Giornalologia” in cui si affrontano queste tematiche e soprattutto le nuove frontiere della revisione dei lavori: assieme al Medical Journal of Australia (www.mja.com.au/ ) ha  dato spazio per la proposta di un modo innovativo di peer review per l’e-journal, lasciata esclusivamente ai cyberlettori che decreteranno il valore del lavoro dalle pagine visitate.

Ha poi istituto la figura del direttore della sezione web del giornale (Tony Delamothe), ha aperto  a innovative soluzioni grafiche quali l’offerta di documenti in formato pdf oltre che in formato html e ha lanciato uno dei primi progetti di repositorio web gratuito (www.clinmed.netprints.org) per chiunque voglia pubblicare un lavoro attraverso una  peer review molto alleggerita.

L’opportunità straordinaria di utilizzare un server pubblico per diffondere senza spesa i risultati delle proprie ricerche  o di qualsiasi lavoro scientifico è indubbiamente rivoluzionaria ed è stata proposta con varie modalità  anche da altre organizzazioni come  THESCIENTIFICWORLD, (www.thescientificworld.com/home.asp ) e l’OPEN ARCHIVE INITIATIVE (www.openarchives.org/ )  applicata da Cogprints (cogprints.soton.ac.uk/ ) che addirittura fornisce il software (www.eprints.org ) per inserire automaticamente gli articoli in un archivio globale mondiale. 

Possiamo ora (inizio del 2001) fare un bilancio delle fonti di aggiornamento refenziato medico,  fattuale e bibliografico, che le nuove  tecnologie dell’informazione e della comunicazione sembrano concederci in modo comodo (sulla nostra scrivania) economico (gratuitamente ) e completo (full text) ?

A più di quindici anni dalla introduzione dal Medline su supporto elettronico per le biblioteche italiane,  a quattro  anni dal lancio del Medline gratuito, a sei anni dalla diffusione capillare di Internet, qual è la possibilità per il professionista di essere autonomo nell’acquisire informazioni professionali indispensabili attraverso il proprio computer ?

E’ prossima la liberalizzazione di tutta la letteratura medica ? 

Nonostante lo sviluppo di un numero incredibile di riviste e siti di medicina, la ricerca documentale in medicina clinica poggia ancora principalmente sulle risorse online delle grandi banche dati di organizzazioni governative USA: il pezzo migliore è l’abstract che sta purtroppo sostituendo la lettura integrale dell’articolo. 

Le banche bibliografiche della  National Library di Medicine  (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/) comprendono il Medline, clinicamente orientato, di libero accesso, che non necessita di registrazione e si   avvale di una interfaccia particolarmente amichevole; tra le numerose versioni, quella denominata  PUBMED (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/PubMed/ ) fa la parte del leone con le recenti comode opzioni per facilitare la ricerca, recuperare gli articoli originali, automatizzare l’aggiornamento su un argomento  nel tempo: recentemente sono stati aggiunti preziosi servizi come Cubby (una cassaforte personale), Gateway per ricercare simultaneamente su più sistemi di banche dati e il Medline Plus come portale per risorse WEB referenziate.

Le citazioni del Medline, per due terzi corredate  da abstract, hanno raggiunto oramai 11.000.000 articoli , aggiornati ad un ritmo di 33.000 citazioni al mese provenienti da 4300 giornali medici autorevoli (su circa 14.000 pubblicati). Si contano 1 milione di accessi ogni giorno lavorativo e circa 250 milioni di accessi ogni anno da parte di sanitari, bibliotecari e gente comune.

Molte biblioteche mediche stanno per dismettere l’acquisto non solo dell’Index Medicus, ma anche  della sua controparte elettronica (il Medline) distribuiti storicamente su supporti in CDRom da Silver Platter (www.silverplatter.com ) e da OVID  (www.ovid.com ). Per inciso i due maggior produttori commerciali di supporti elettronici per la letteratura non hanno assisitito passivamente alle mosse delle istituzione governative e hanno rilanciato una serie di servizi basati su reti locali e web di banche dati di selezione della letteratura,  interfacce arricchite per il Medline e banche dati della letteratura in full text che rivendono in vari pacchetti alle biblioteche dopo aver acquisito i diritti dagli editori. La Silverplatter nel sito webmedlit (www.webmedlit.com ) ha anche creato una delle prime selezioni periodiche  gratuite della letteratura per generalisti e specialisti.

Il free full text, in fondo il sogno di tutti i medici, sta faticosamente proseguendo un strada che sembrava in discesa fino a poco tempo fa.

La promessa di una biblioteca medica virtuale onnicomprensiva, una sorta di Medline free text gratuito che con il titolo di e-Biomed  e poi di PubMedCentral (www.pubmedcentral.nih.gov/) l’allora  direttore dell’NIH Harold Varmus aveva proposto nella primavera del ‘99, aveva una valenza politica e strategica rivoluzionaria  ma anche  un significato ideale molto importante : mettere a disposizione di tutti i ricercatori e clinici tutti i risultati delle ricerche.

In medicina  le informazioni sono di importanza strategica, essenziali per la mission di salvaguardare la salute e la vita umana e quindi devono essere liberalizzate e diffuse il più possibile.  La tecnologia poteva abbattere le spese, in buona parte artificiali, del circuito editoriale per le pubblicazioni mediche.

Su questo tema vi sono dibattiti accesi e iniziative a seguire come la risposta del Centro di Evidence Based  Medicine (cebm.jr2.ox.ac.uk)   di mantenere una banca dati medica di conoscenza online gratuita e onnicomprensiva, supportata da un server ed un software proprio, capace di rispondere a problemi pratici e questione incerte. In Luglio 2000 è poi partito con articoli di medicina BioMedCentral (http://www.biomedcentral.com ) uno sito aperto a tutti gli autori che intendono pubblicare con una completa peer review: anch’esso implementerà  PubMedCentral  che, boicottata dalla maggior parte degli editori e supportata finora solo da  una manciata di riviste di buon livello, come il  BMJ e il Western Journal of Medicine (www.ewjm.com), ha dovuto limitare le sue ambizioni proponendosi di pubblicare principalmente gli articoli di ricerca, senza trattenere alcun diritto e  dopo un certo tempo dalla pubblicazione. La NLM attraverso le avanzate tecnologie del NBCI ( centro informatico per biotecnologie –collaudate nel Medline  e Genebank) ha l’obiettivo di far nascere un archivio centralizzato completo e permanente della ricerca scientifica : si può intravede un futuro in cui  tutto il materiale diventi liberamente accessibile in una singola raccolta onnicomprensiva; essa può essere facilmente esplorata con una singola ricerca della letteratura archiviata unitariamente con le opzioni di ricerca su vasta scala e di interlinking estensivo tra diversi collezioni e giornali.

Finora dunque,  poche riviste hanno accettato di “passare” la copia elettronica  dei lavori originali perché siano di pubblico dominio gratuito. Dei titoli di prestigio, solo Genome Biology e tutti i giornali editi da BioMedCentral hanno fornito i numeri correnti e gli archivi per la pubblicazione su PubMedCentral, mentre Proceedings of the National Academy of Sciences ha stabilito di cedere tutto il materiale pubblicazione per la libera distribuzione da parte di qualsiasi istituzione compreso PubMC. Nel caso del British Medical Journal  e Molecular Biology of the Cell essa avverrà entro sei mesi dalla pubblicazione e  solo da PMC. Altri , tra cui Journal of Cell Biology e tutti le riviste della American Society for Microbiology liberalizzano  gli articoli dopo sei mesi ma solo nei loro website o attraverso webagenti come High Wire Press.

La scelta dell’accesso gratuito varia da editore ad editore, addirittura da un mese all’altro, comprendendo giornali che sono disponibili già dal numero corrente  ad alcuni che liberalizzano il contenuti dopo due anni ; la maggior parte dei giornali rendono accessibili gli articoli da 6 mesi a un anno dalla pubblicazione. Gli editori medici storici come quelli ora attivi sulla scena online sembrano disorientati ed hanno scelte contrastanti : l’argomento è ben coperto dalla Revue du Praticien - Medicine Generale  che gli ha dedicato una serie di articoli (in particolare del gennaio 2001) compresi nella eccellente rubrica su Internet e Medicina. 

Per tenersi in costante aggiornamento sulle novità del  free full text, che ha fortunamente un trend in crescita, medici e bibliotecari devono  consultare giornalmente il sito di Free Medical Journal (www.freemedicaljournal), o almeno le pagine a ciò dedicate della Biblioteca Medica Statale  di Roma ( biblioroma.sbn.it/medica/ejls/fulltext.htm).

Da “bookmarcare” il sito della HighWire  Press ( www.highwire.stanford.edu ), la sezione editoriale della Biblioteca dell’Università di Stanford che ha acquisito un posto di assoluta leadership  curando l’edizione on line  ( una tipografia per il  web) di duecentocinquanta tra le riviste più prestigiose.  All’inizio del 2001 ha editato  per bibliotecari e  “mednauti” la più grande raccolta di articoli in full text gratuito nella biomedicina con 230.000 articoli da 150 riviste scientifiche peer reviewed. Più di 8000 articoli sono pubblicati ogni mese: l’aggiornamento delle riviste disponibili è visibile all’indirizzo http://highwire.standord.edu/lists/freeart.dtl .

Il mondo scientifico si domanda se è giusto continuare a supportare gli editori e i giornali che ricercano un proprio profitto e acquisiscono la proprietà  dei risultati della ricerca scientifica, buona parte della quale è stata condotta con fondi pubblici.

Nel gennaio 2001  un gruppo di 1500 ricercatori di biomedicina  ha convenuto di inviare i propri lavori solo a giornali che permettono il libero accesso del loro materiale nel database di PubMedCentral pubblicizzando l’iniziativa da un sito web dedicato (www.publiclibraryofscience.org). Vantando di essere i fornitori non pagati di  prezioso lavoro e  idee  ma anche di continuo appoggio come lettori e abbonati,  con una lettera aperta chiedono che venga permessa una distribuzione libera e senza limitazioni della loro produzione scientifica, tale da raggiungere in questo modo la massima platea possibile, come ora è  permesso dalla telematica.

I ricercatori potranno applicare la loro creatività e energia nel creare questa enorme risorsa informativa sempre più affidabile e accessibile in modo che nessun singolo editore o agenzia web possa monopolizzarla.  

Per ripagare il ruolo svolto nel complesso sistema della pubblicazione, questo gruppo ha proposto una soluzione di compromesso lasciando agli editori la possibilità di godere, prima della liberalizzazione dei lavori, di una forma di leasing per sei mesi.

Di fronte a questa minaccia molte case stanno nei fatti rivedendo la loro politica  e cercano piuttosto altre strade per non abbandonare la preminenza nel settore: basta ricordare che è previsto per marzo 2001 il lancio di un servizio di ricerca su WEB (Scirus Search) per accedere instantaneamente sulla rete a informazioni scientifiche  di dominio sia pubblico sia proprietario. Una delle più importanti case editrici, la Elsevier (www.elsevier.com) assieme alla Fast ( tecnologia per motori di ricerca ) norvegese (www.fastsearch.com) intende creare una soluzione di ricerca più completa a livello mondiale per il mercato della informazione scientifica . Con tecnologie all’avanguardia di Fast WebSearch, tra cui algoritmi linguistici specializzati, “Scirus “ sarà capace di rintracciare facilmente i contenuti scientifici presenti su web compresi articoli in full text,  studi accademici fino  alle home page dei ricercatori.

Pur essendo limitate a servizi di Information Technology queste applicazioni saranno rilevanti e caratterizzanti  di quello che forse resterà lo spazio di azione dell’editoria scientifica commerciale deprivata  da inziative come PubMedCentral : si specializzerà nelle soluzioni per la ricerca degli articoli, nell’assemblaggio delle informazioni, nella loro presentazione ottimale.

In questo scenario molto dinamico, chi è interessato alla giornalologia non dovrà assolutamente mancare all’appuntamento di settembre a Barcellona organizzato dal JAMA e dal BMJ per il 4° congresso sulla Peer Review nelle pubblicazioni biomediche.


Pubblicazione su "Verona Medica": Febbraio 2001.
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